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L’atleta paralimpico Enrico Giacomin ha attraversato a nuoto lo Stretto di Gibilterra.

20/11/2015 ]
Comunicato di Nuoto Vicenza.

Alle ore 12.57 di giovedi 24 settembre un lungo fischio dalla barca appoggio Columba segna il momento in cui tocca lo scoglio della spiaggetta africana nei pressi di Ceuta: è la conclusione della sua attraversata a nuoto dello Stretto di Gibilterra, diciasette chilometri nuotati da Enrico in 4 ore e 37 minuti.

Un altro fischio aveva segnato alle 8h e 20 minuti la partenza del suo gruppo composto da tre atleti normodotati: Jon Larrazabal, Nigel Downey, Jean Bernard Esperance e il nostro Enrico, atleta paralimpico che sta diventando ispirazione per molti atleti disabili e non solo.

Partenza di prima mattina dall’Isla de Las Palomas (o Isla de Tarifa), il promontorio all’estremità meridionale della Spagna sullo Stretto di Gibilterra. Calma piatta e ottima visibilità, il mare in condizioni ideali per nuotare: niente a confronto dei giorni precedenti in cui un gruppo di nuotatori era stato costretto a rinunciare dopo un’ora e mezza per una forte e strana nebbia che era calata sullo stretto.
La rotta del Columba è una linea pressocchè diritta verso la meta. Il piccolo gruppo nuota in scioltezza, sul ritmo del pìù lento dei quattro che non è Enrico.

Nel frattempo gli amici di Nuoto Vicenza collegati alla pagina Facebook “Tra il dire, per il fare, … attraverso il mare” seguono in diretta la traccia Gps della barca. “La Columba e in acque libere!!” grida in un post Armando Merluzzi, poi aggiunge un “Spero sia partito”, perché l’unica certezza era la traccia, la traccia che avanzava verso la costa africana.
Alle 10.20 la traccia è a metà del percorso e Paolo Schiavina si lancia in un “Forza Enrico che adesso è tutta discesa!!! “
I post di incoraggiamento si accavallano. Alle ore 11.45 la spiaggetta è vicina, mancano circa 3500 metri, 2000, 1000, 500, poi Armando: “la barca è a 500m dalla costa e sembra ferma. Direi che si può dire che: E’ FATTA!! “
Lì per lì resta un po’ d’ansia, ma Enrico c’è?

I timori si dissolvono quando arrivamo i primi gli sms. Fabio Lorenzato “Confermato anche con un suo sms l’impresa: un motoscafo! Super Enrico”, “Turbo Enrico c’è… Turbo Enrico c’è, grande 17 km in 4h30…”, e poi altri “Più ti conosco e più capisco che i limiti, il più delle volte, sono nel cervello… Grande Enrico” e poi “Ti ammiro moltissimo “.
Arrivano le foto e i primi video. Lì si comprende che non è stata solo una impresa sportiva, ma anche e sopratutto un immenso piacere: Enrico che nuota leggero, con un meraviglioso sciacquio delle bracciate sull’acqua, la luce morbida, l’incontro con i delfini a tre quarti dell’attraversata… ed infatti Enrico poi aggiunge: “Approdo sulle coste del Marocco. Sa di epico, ma con le condizioni strabilianti di oggi è stata una nuotata rilassata e divertente. Dopo la traversata, non ero stanco. Son tornato in albergo a Tarifa, ma non riuscivo a riposare, allora sono sceso al porto, mi sono seduto comodo e rilassato su una panchina, …sentivo solo un grande sorriso formarsi sul volto, ero beato!”
Nella serata di giovedì Enrico pubblica un post di ringraziamento: “Lo stretto di Gibilterra è stato attraversato. Emozione, gioia, soddisfazione. Per questo devo ringraziare tante persone. Inevitabilmente dimenticherò qualcuno, ma sono stato troppo veloce nella traversata per pensare a tutti. Principalmente ringrazio mia moglie Marina che mi incoraggia sempre in questi “colpi di testa”, il Nuoto Vicenza, nei miei compagni di squadra e nel supercoach Federico Benda. E come dimenticare mia mamma, che deve sopportare un “sacramento” di figlio che non le telefona mai. Cosa posso fare. Sono fatto strano. Un grazie poi a tutti quelli che hanno contribuito e contribuiranno alla nascita della squadra FINP di nuoto Vicenza. Il vostro aiuto è prezioso e sarà apprezzato da chi parteciperà al progetto ora e in futuro. Voglio ringraziare http://www.nanosoft.it che oltre a contribuire economicamente, mi ha concesso la settimana di ferie. Ringrazio inoltre Marc Caballè e Neda el Mòn per aver reso la traversata possibile. Sicuramente ci risentiremo per altre nuotate. Basta, altrimenti mi mandate in … Sentivo però il desiderio di far sapere che vi penso.”

Arrivano in primi articoli, Liberta è integrazione (Swimbiz.it) e l’immagine di Enrico campeggia sul sito federale Finp e non potrebbe essere altrimenti, quando un atleta paralimpico, insieme a tre normodotati, un inglese, un francese e uno spagnolo -sembra una barzelletta- attraversa a nuoto lo stretto di Gibilterra.

“Dopo la traversata della Manica, interrotta a 5 km dalla costa perché uno dei partecipanti rischiò l’annegamento, mi sono reso conto di aver ispirato altri atleti paralimpici” racconta Enrico Giacomin “Sull’onda dell’evento, partì una raccolta fondi per la sua società di allora, l’Aspea Padova, ora ne abbiamo creata un’altra per finanziare la creazione della squadra paralimpica di Nuoto Vicenza”.

Crowdfunding e iniziative d’impatto mediatico, valori aggiunti, ma fondamentali anche per un movimento già vincente come il nuoto paralimpico. Perché Giacomin sposa la filosofia riassunta nella frase coniata da Christian Zicche (Swimbiz.it) e dal Presidente Finp, Roberto Valori “Il nuoto è uno solo” e “Creare gare integrate è fondamentale. Ho sentito il Presidente e, da ottobre, potrò promulgare questa filosofia anche da delegato regionale Finp per il Veneto”. Senza smettere di nuotare. Progetto imprese maggiori, anche se saranno più costose, magari guardando al Pacifico”.

Fra il gruppo che ha fatto l’attraversata il giorno successivo, c’era Sabrina Peron, milanese, ma originaria di Bassano del Grappa, che ha attraversato il Catalina Channel, dall’isola di Santa Catalina alla California: “Sono contento che, a dispetto delle previsioni meteo che anche oggi sono state disattese, Sabrina Peron abbia concluso con successi la traversata dello stretto di Gibilterra. Nei pochi giorni trascorsi assieme a Tarifa ho capito che è una persona dalla tenacia eccezionale, lo dimostra il fatto che quest’anno ha completato due delle grandi traversate oceaniche, Gibilterra per l’appunto e il canale di Catalina. Anzi al momento penso che sia l’unica donna italiana ad averlo completato”. Ad Enrico allora sfugge un “Piacerebbe anche a me. Squali? Facevo immersioni prima dell’incidente, a 23 anni, e ci sono abituato. Per capire se hanno intenzioni ostili, bisogna vedere come muovono le pinne ventrali”.

Enrico è rientrato nella serata di sabato e domenica mattina era ad allenarsi nell’acqua di casa al Palazzetto del Nuoto, a cosa starà pensando?

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